Potenza, la finanziaria colpisce anche il mondo dello sport, l'amaro sfogo del presidente provinciale Libertas Nicola Giannatiempo.


LE AGEVOLAZIONI FISCALI NEL CAMPO DELLO SPORT AGGREDITE DALLA FINANZIARIA. L’AMARO SFOGO DEL PRESIDENTE PROVINCIALE LIBERTAS, NICOLA GIANNATIEMPO. Potenza.                                                                                                        

 IL Presidente Provinciale Libertas di Potenza ( Nicola Giannatiempo ), in merito ai provvedimenti presi dal Governo per uscire dalla crisi, è fortemente preoccupato sul futuro delle società sportive. Ecco il suo parere:
<< La duplice manovra finanziaria, adottata dal governo, si farà sentire anche sulle attività sportive.
Qualcuno aveva sbandierato in campagna elettorale che non avrebbe messo le mani nelle tasche degli Italiani, ma qui ci stanno rovistando non solo nelle tasche ma anche nei risvolti dei pantaloni.
E il problema non è solo la riduzione di risorse indirette: se le famiglie e i singoli cittadini hanno una
contrazione del proprio reddito, dove pensate che vadano a comprimere le proprie spese? Certamente nel superfluo e, spesso, l’attività motorio - sportiva è considerata tale. Certo noi ribattiamo, anzitutto alle Istituzioni Pubbliche, che rimanere fermi di fronte al rischio di riduzione della pratica sportiva da parte dei cittadini non ci sembra una prospettiva politica saggia, anche in termini economici.


Fare meno sport per i giovani, significa sottoporli a rischi di una crescita fisica non equilibrata, a rischi, già ora presenti, di sedentarietà e obesità con le conseguenti disfunzioni e, infine, a rischi di frequentazione di ambienti diseducativi, fino al consumo di droghe, alcool e alla criminalità organizzata.
Per gli adulti e gli anziani, allontanarsi dallo sport e dal movimento che viene loro proposto prevalentemente dalle organizzazioni di promozione sportiva, significa pagare un tributo alla propria salute: un giorno di ricovero ospedaliero, come noto, costa oltre 500 euro a persona.
Ma questo governo non sembra sensibile a queste argomentazioni.
Ben venga, per contrastare la miopia politica, la grande vetrina degli Sport Days di Rimini del 9-11 settembre promossa dal Coni e a cui la Libertas sarà presente con proprie iniziative.
Ma occorrerà che il mondo sportivo si faccia sentire su più versanti e in ben più alti luoghi per difendere la propria azione sociale. E questo perché, oltre agli esiti indiretti su accennati, quello che preoccupa le nostre associazioni sono le conseguenze non del tutto chiare, ma ben delineate, sulle agevolazioni fiscali che permettono alle realtà di volontariato e alle associazioni sportive di evitare il salasso irpef e le, spesso complicate, documentazioni burocratiche.
Perfino la Legge 398 del 1991, caposaldo fiscale e risorsa del mondo sportivo dilettantistico, viene aggredita dalla manovra finanziaria; aggressione dalla quale il Governo spera di ottenere un risparmio di circa 6milioni di euro a spese del mondo sportivo dilettantistico e degli altri enti associativi cui nel tempo tale norma è
stata estesa (associazioni pro – loco, associazioni bandistiche, cori amatoriali, filodrammatiche ed altri enti non a scopo di lucro).
L’art.90 della Legge 289 del 2002 ha esteso, a partire dall’1 gennaio 2003, le agevolazioni fiscali previste per le associazioni sportive dilettantistiche anche alle società sportive dilettantistiche costituite nella forma di società di capitali: ebbene anch’esse vedranno ridursi le agevolazioni finora concesse.
In conclusione, il Governo pare non abbia tenuto conto, nella sua opera di tagli lineari, che il terzo settore è per il nostro Paese una risorsa imprescindibile, poiché sopperisce a funzioni che lo Stato non è in grado di garantire. Ridurre i benefici fiscali a vantaggio di questi enti, significa creare un danno sociale che già prima della manovra aveva dimensioni preoccupanti, ma che con le nuove norme raggiungerà livelli incalcolabili.
Colpire il terzo settore significa, oltre che riduzione dei servizi sociali, anche qualcosa di più che evidentemente non è stato considerato dal legislatore: molte associazioni riescono infatti a generare degli avanzi perché possono contare sul lavoro dei volontari, spesso gratuito o sottopagato.
Tassare l’associazionismo significa quindi tassare proprio il lavoro dei volontari. Un fatto di una gravità senza precedenti.
Dove porterà tutto questo, è difficile da prevedersi ora. Certamente la sopravvivenza di tante realtà associative rischia, con le nuove norme, di essere compromessa. >>.   
Lorenzo Zolfo La foto ritrae Nicola Giannatiempo in un suo intervento.