La Flacco Venosa espugna il campo dell capolista Ita Salandra.

CALCIO A 5 DONNE..9 GENNAIO 2011. LA FLACCO VENOSA RISORGE A SALANDRA CONTRO LA CAPOLISTA ITA.  Checa e Sciarillo mettono K.O. la capolista Ita Salandra, con un secco 3 a 1.
 ITA SALANDRA  1
FLACCO VENOSA 3
 
Ita Salandra: Dibiase, Siracusa, T. Zizzamia, Casiero, Castellano, Zagaria, Dinella, A. Zizzamia.  All. Giannini Antonio
Flacco Venosa: Russo, Sciarrillo, Bochicchio, Guercia, Centrone, Petta, Rinaldi, Checa, Dantone.  All. Massimo Curatella.
Arbitro: Lorusso di Bernalda.
Marcatori: Checa (2); Castellano; Sciarrillo.
Dopo la sconfitta nella finale di coppa italia, LA Flacco Venosa si rimette in marcia nel campionato e si aggiudica il merito di essere una delle poche squadre ad espugnare il palasport dell’Ita Salandra grazie al palese e lampante recupero della intera squadra per merito del trio Curatella – Montervede – Perrotta, che in pochi giorni riassettano la loro rosa sul piano fisico tattico e soprattutto psicologico. Fischio di inizio e la Flacco inizia a far girar palla costringendo al torello le avversarie, pochi minuti e Checa pesca Sciarillo sul secondo palo, la quale senza convinzione mette di poco a lato del portiere Dibiase. L’Ita Salandra è in panne, cosi come il suo allenatore, che rimane di stucco nel veder le venosine praticare un gioco di livello nettamente superiore soprattutto dalle situazioni da fermo con il classico schema a “trenino”. La difesa dell’Ita al 9’ è già k.o., Dibiase esce male e Checa non perdona firmando l’1-0.  Il ritmo aumenta e l’Ita Salandra non ha sbocchi di gioco, infatti Zagaria è coperta da Sciarrillo la quale corre e difende sulla sinistra, la Castellano viene tenuta lontana dall’aria avversaria dal capitano Bochicchio sempre più leader dell’intero gruppo. Il primo tempo è agli sgoccioli ed il risultato è nettamente bugiardo per le occasioni mancate dalle calciatrici di mister Curatella, le quali sprecano ben 4 reti. Sul rilancio di Dibiase, Castellano stoppa palla e salta per la prima volta Bochicchio mettendo il risultato sul 1 – 1. Si riapre il primo tempo e la Flacco con Rinaldi assume uno stile di gioco alla Liedholm, infatti la dieci venosina sempre più in netto recupero, applica un notevole possesso palla smistando palloni a destra e sinistra facendo fare la spola ai laterali Dantone e Guercia, anche loro con votazione nettamente superiore alla sufficienza. E’ il 38’ minuto quando il palasport si annichilisce per un istante vedendo Checa precipitare a terra per una contusione al costato, si sottolinea l’assenza dei sanitari in una struttura architettonicamente all’avanguardia ma senza reperibilità di personale adeguato. Solo grazie all’ausilio di un volontario della Croce Rossa, genitore della Rinaldi, Checa viene soccorsa e fatta riprendere conoscenza. Fuori Checa, il mister dell’Ita cerca di usurpare il detto  “ Carpe Diem” alle Venosine, ma tutti i suoi tentativi svaniscono per l’ulteriore eccellente prestazione della giovane promessa del calcio a 5 Russo Desirè, la quale a soli 14anni mostra esperienza e bravura, quantizzabile con quella di un portiere ormai al culmine della sua carriera. Checa, si riprende e mostra la caratteristica di questa squadra il non mollare mai.  Rinaldii e Sciarrillo, sono complici, di uno scherzoso diverbio in panchina, nell’ incitarsi a vicenda. Sono proprio loro le gemelle del gol di questa partita a siglare il gol vittoria con una rapida triangolazione sotto porta
finalizzata perfettamente e lodevolmente da Sciarrillo. Siamo al primo dei quattro minuti di recupero e la Flacco usufruisce di un calcio di punizione dalla sinistra, tutti, compreso mister Giannini si attendono il famoso trenino ma invece Checa lascia partire dal suo destro un jet supersonico che atterra precisamente all’angolo in basso a destra del portiere Dibiase.  La partita finisce 3 – 1 con i festeggiamenti delle Venosine davanti ai numerosi tifosi giunti in trasferta per tifare un associazione che quotidianamente dà il massimo di se stessa per offrire una eccellente carriera sportiva ai propri atleti ed elogi alla sua città di rappresentanza.
Lorenzo Zolfo